Storia di una bruttina stagionata.

Questa è la storia di una vecchia scrivania da stazione ferroviaria, in rovere, relegata in una vecchia cantina prima e in un garage poi, in attesa che  qualcuno la notasse e vedesse in lei un potenziale.

La poveretta era davvero messa male, mostrava tutta l’inclemenza del tempo, la parte in legno era graffiata e patinata dallo sporco accumulato negli anni, il piano in vinile era scolorito e presentava buchi significativi, l’impiallaccio era staccato in numerosi punti.  Sembrava un’impresa ardua ed impossibile.

Ma non ci siamo scoraggiate e con Vittoria (mia figlia) che l’aveva scelta per la sua casetta, ci siamo messe all’opera.  Prima di tutto l’abbiamo ripulita e sgrassata per bene, abbiamo smontato, le maniglie dei cassetti e la ferramenta varia, le ante, incollato le parti scollate, stuccato le parti mancanti, dopodiché, poichè la fanciulla la voleva al naturale, l’abbiamo levigata riportandola al grezzo. È stato un lavorone che ha coinvolto tutta la famiglia.

Dopo chilometri di carta vetrata, e parecchio olio di gomito, una volta riportata a legno vivo, non vi dico la soddisfazione. 

Il piano è stato scartavetrato,  i buchi stuccati tutti, tranne quello centrale pensato come passacavi, con stucco metallico.  L’ho poi ricolorato con uno smalto acrilico all’acqua riproducendo il colore originario.  Il legno invece l’ho trattato con un turapori e due mani a finire di trasparente effetto cera.  Le maniglie originali sono state mantenute, lucidate e ricollocate al loro posto.

Poche persone avrebbero scommesso sulla riuscita dell’impresa, noi ci credavamo e ci crediamo, come crediamo che tutte le cose debbano avere una seconda possibilità, una nuova vita, perchè non c’è maggior soddisfazione che recuperare un oggetto che racchiude dentro di se una sua storia e una sua particolarità.

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